Giovanni Korallo

In un mondo ordinato, sii straordinario

Creato per chi non si adatta . I visionari . I ribelli . Gli agitatori . Gli eccentrici

Per Giovanni "l'arte è una continua processione di differenze". Ogni sua opera è un mondo a sé. Ogni opera afferma la propria irriducibilità alle altre opere. Lui pone l'opera in contatto effimero, ma forte e sicuro, con lo spettatore, grazie all'attenzione diversa e diversificante verso le cose del mondo per coglierne i colori, i profumi, le bellezze. Spesso usa tutte le tecniche lucidamente e ludicamente: un gioco leggero dell'intelligenza, con i significati che slittano sotto mutevoli significati e chissà dove vanno a finire. La sua tipica ironia la raggiunge attraverso il paradosso. Una mano nata per dipingere. Nelle sue opere ricorre il volto umano e prevalentemente la figura femminile. E' come se tra l'occhio dell'artista e la sua mano ci fosse un filo invisibile che trasmette le sue vibrazioni sensibili alla superficie sulla quale, come per incanto, un'immagine si configura. La presenza dell'opera d'arte è assoluta. Non si è mai ritirato entro i bordi del quadro, ma ha sempre esteso la pittura all'ambiente, coinvolgendo lo spazio nella pittura e lo spettatore nello spazio. L'artista conosce intuitivamente le leggi dell'equilibrio visivo e sa cosa manca e cosa è di troppo; sa disporre gli elementi pittorici nello spazio sapendo che calibrare forme e colori dipende non solo dal loro "peso", ma anche dalla loro posizione. La sua opera viene letta spesso mediante un "colpo d'occhio", che mira in fondo a cogliere l'essenziale, a conservare una fugace impressione. Le sue figure assumono un aspetto arcaico, assumono quasi valore di archetipi e ciò anche per l'aria di isolamento che permea gli oggetti che crea in uno spazio di intimità.
Giovanni si muove tra le cose cercando l'armonia come se fosse al centro di un labirinto senza centro. La sottile inquietudine che si sprigiona dalle sue composizioni nasce dal fatto che le sembianze di oggetti familiari risalgono dal buio della memoria finoafarsi "altre", una logica capace di scommesse vere, di percorsi curiosi e divaganti, di attenzioni non dettate dall'ansia di stupire o confermare. Esibisce i suoi piaceri privati, le sue ossessioni ideologiche e gioca con maestria le carte dell'aneddoto, del caso, con maniere affettuose o grottesche, con arguzia, con attenzione divertita, con umore parodistico e ironia. Non si tratta di opere farraginose od ostiche: al contrario sono semplici, piacevoli. Giovanni gioca sull'ambiguità tra antico e contemporaneo, tra memoria, mito e progetto, su una labile, difficile soglia che separa realtà e finzione.
E' un virtuoso, ma soprattutto un intellettuale che conosce il portatore dal sogno nella accettazione del bisogno di una leggera progettualità. Un approdo del soggetto creativo, dell'artista a una dimensione separata dalla propria biografia, proprio perché con grande umiltà egli individua nell'arte la propria possibilità espressiva.

Bruno Leo